So poche cose nella vita, poche certezze e molte idee ben confuse.
Ma mi piace così. Essere sorpresa da quello che arriva, il più delle volte senza senso.
Improvvisare, come quando si decide di partire con un biglietto di sola andata.
Come quando ritorni in palestra, sempre e solo di lunedì.
Chissà perché, visto che la voglia dura quanto una fashion week: una settimana di buoni propositi che si infrangono alla prima torta di mele calda e dei biscotti alla marmellata sul tavolo. Come quando decidi di stravolgere il trucco, meglio ancora quando con coraggio tagli i capelli. Coraggio che maledici dopo un paio di giorni che ti autoconvinci che il bob cut sia meglio del lungo, ma senza riuscirci. Come quando passa la canzone, la vostra canzone, alla radio. Quella che ti ricorda lui, l’amore quello con la A maiuscola si dice. E dopo di lui? Solo storie con i paragoni che servono solo a ricordarti che il meglio era stare stretta tra le sue braccia, in quegli abbracci che ancora sanno di eterno, come il suo pensiero senza tempo, nitido, bello, felice. Che a ripensarci così, alla fine, dopo aver imparato a ballare da sola, poi ti scappa da ridere. Perché hai imparato a improvvisare (e improvvisarsi) è un’arte molto più difficile di quello che si pensi che ti porta a scegliere e conquistare quello che si vuole.
E così so sempre quello che voglio.
Ma chissà perché, ottengo tutto.
Tranne te. E, alla fine, è bello anche così.
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