Settembre è il ritorno a casa dopo mesi di pazzie, di serate passate a ballare a piedi nudi, di notti trascorse a contare le stelle aspettandone una cadente per esprimere un desiderio. Che di sogni qui ce ne sono tanti e a forza di rincorrerli ci si perde in mille strade, in mille luoghi lontani.
Settembre è la voglia di castagne, delle canzoni di Venditti, di tornare al cinema a guardare un film romantico, della fine di Saturno contro per i Gemelli, è la voglia di passare le serate su un divano a chiacchierare fino alle 5 della mattina con le amiche di una vita, di starsene sotto il piumone intrecciati senza parlare che le parole non servono quando dicono tutto le emozioni, da vivere in silenzio come se non ci fosse un domani. Che solo il presente vale la pena vivere in ogni istante, come se fosse la prima volta che respiri provando ad allentare la presa, a lasciare andare le difese che ci fanno rimanere immobili.
Ma poi mi dico che la tranquillità di settembre non fa per me, che l’estate is a state of mind. E ben vengano i bicchieri di vino rigorosamente bianco, i mutamenti del cuore e della mente, le canzoni stonate, gli sguardi che si incrociano, la voglia di vivere che non è mai abbastanza credendo che dopo tanta pioggia, c’è sempre l’arcobaleno. E che nemmeno settembre e l’arrivo dell’autunno, fanno cambiare chi nell’anima è folle, dannatamente folle.
Bentrovato così settembre.
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