Ho camminato e poi corso. E poi cercato di cambiare strada, sbagliando a volte. Altre trovando quella giusta. Con caparbietà, decisione, a tratti timore. Perché anche il coraggio richiede paura. E ho proseguito desiderando qualcosa. La felicità, forse onestà. Cercando di salvare me stessa prima che gli altri con un pizzico di egoismo, innamorandomi una dozzina di volte. Di una lampada in qualche bistrot parigino, di un libro, di quell’abito che farà anche troppo anni ’80 ma lo indosso lo stesso. O di quel cappotto che sa tanto di coccole dal colore di caffè. Del caffè caldo bollente che scalda l’anima e poi le parole dette subito dopo con quel profumo della mattina. Di un film, di un rossetto, di tutte le scuse banali a cui piace credere perché è quello di cui ho bisogno in quel momento. Di un messaggio e di una canzone che fa scendere le lacrime agli occhi con la chitarra ad accompagnare ogni strofa.
Lo so io, come lo sapete voi, che qualsiasi strada, qualsiasi percorso che intraprenderemo, qualsiasi incontro che faremo e qualsiasi cosa di cui ci innamoreremo, il viaggio ha senso solo con lui. Ha un sapore diverso. Che noi donne siamo romantiche e crediamo ancora nei fiori, nel potere degli sguardi, nell’amore più del sesso. E quello che vogliamo in questa vita è perdere la testa, il cuore, l’anima. Nulla di più.
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