Una passeggiata in spiaggia, in lontananza la musica di qualche chiosco che si prepara all’estate. La voglia di menta e di mojito. Stare lì a guardare il sole che sembra muoversi, quando poi in realtà lo facciamo noi. La relatività delle cose e delle persone. Senza neanche accorgerci che a girare e rigirare siamo noi, il più delle volte su noi stessi. Un po’ come fanno i pensieri quando non riescono a liberare la mente, per poi appesantire il cuore. Senza lucidità o ragione. Con strade sbagliate prese, alla rinfusa, così di fretta da inciampare e cercare di tornare indietro. Si prendono allora altre vie magari quelle che sanno di bucato e di primavera con i panni stesi dalle finestre, pronti a fare strane forme mossi dal vento. Incontrarsi con qualcuno, distrattamente e andare avanti perché non si ha altra scelta. “Oh, honey. You can’t break a broken heart“. E chissà perchè qualsiasi sia la direzione, quello di cui siamo in cerca è l’amore. L’amore folle, quello che sì spacca il cuore. Ma per la troppa felicità.
E in tutto questo andare, tornare indietro, sbagliare strada e poi perdersi per le vie di corsa tra qualche musica canticchiata per strada, le voci dei passanti, il profumo di gelsomino e i petali di ciliegio, il vento dell’est e pure dell’ovest, incontrerai lui.
E quando conosci un uomo e la prima impressione è pessima, sta pur certa che per quello stesso uomo perderai la testa. Così non rimane che una cosa: fermarsi. Che poi cos’è l’amore se non libertà? Libertà di restare. Immobili. Insieme.
La storia sta tutta qui.
Corri e a un certo punto fermati.
Solo quando (e se) ne vale la pena.
Credits: weheart – Martina Cancellotti
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