Non lo so quali siano i motivi per cui, a volte, il cuore vada in cortocircuito. E così si trascina con sé la ragione in un tunnel. Un tunnel oscuro, nero dove non si vede nient’altro che buio. E ci siamo solo noi, nessun altro, con i dubbi e poi le incertezze, ancora i timori e le nostalgie di ciò che avremmo voluto e che non abbiamo invece fatto. Come un messaggio non inviato, un ti amo urlato tra le lacrime, un abbraccio. Come i progetti pensati ma non iniziati, come un’amicizia finita per troppo orgoglio. Così diventano innumerevoli le serate passate a rimuginare sul passato. L’una della notte, le due, le tre fino a quando la sveglia suona. Sono le sette. Notti insonni fatte di pensieri e di solitudine. Di indecisioni soprattutto, mai convinte anche nelle cose più banali: se colorare le labbra di rosso o di rosa, se mettere i jeans strappati o skinny. Che poi son sempre jeans. Potremmo starci un secondo o una vita così: immobili.
E per farvi capire che livelli ha raggiunto la mia vita, di quanto sia in bilico – sempre e comunque – vi dico solo che questa mattina mi sono svegliata presto – già questo è strano, penserete voi. Vestita. E con il sorriso sulle labbra. (Non chiedetemi né cosa abbia fatto o sognato ieri notte. Ci sono cose che devono rimanere nella mia testa, nel mio cuore e in nessun altro posto la mondo).
Nessun commento