Glamour Marmalade

Sono una che scrive sui post-it ancora. Ne lascio ovunque, anche sulla copertina della Smemoranda quando qualcosa è davvero importante, evidenziato in rosa e sottolineato 3000 volte. Attaccati sui muri e sulla scrivania con segnate le cose più disparate: dall’incontro a quella precisa ora all’articolo da scrivere. Dalle idee che mi frullano in mente al buongiorno ai miei. Dal promemoria per quel parka trovato a 30 euro – si, il 18 marzo ho comprato un cappotto. Della serie, meglio tardi che mai – ai prossimi appuntamenti a Milano con tanto di orario dei treni, incastrando quello di arrivo con quello dell’evento e poi con quello della partenza. Dalle date di compleanno a quelle degli anniversari, che dimentico sempre. Magari me ne ricordo una settimana dopo esclamando un “cavolo! mannaggia lo sapevo” e pensando che un regalo ed un bel biglietto possano risolvere le mie mancanze. Perchè per qualcuno la questione delle ricorrenze è una questione seria, quasi di Stato. E purtroppo io non sono una buona amica, non credo di esserlo mai stata. Che poi, la memoria, ce l’ho e non poca per le cose che contano ma le date non le ho mai considerate importanti. Dimentico anche il mio di compleanno, figuriamoci quello degli altri o gli anniversari. Ricordo solo quello che voglio, direi che è anche molto più salutare. Tipo che dovrei iscrivermi in palestra e l’ho scritto proprio su un post-it che faccio sempre finta di non vedere anche se è attaccato sulla porta della mia camera. Per quest’anno la promessa, infatti, è stata solo questa e già sono passati tre mesi e di questo passo, il 31 dicembre mi ritroverò di certo a ricercare una palestra aperta piuttosto che pensare al vestito di Capodanno. Scrivo su un post-it anche il titolo dell’ultima canzone ascoltata in macchina distrattamente e che mi piace mentre sono al semaforo aspettando il verde che quando sei di fretta, con i minuti contati, sembra sempre non scattare mai. E l’assurdo è che il più delle volte, rileggendo quello che ho scritto in qualsiasi post-it, la mia calligrafia è indecifrabile anche per me stessa. Tanto che per capire “Ho Hey” – The lumineers ci ho impiegato circa 30 minuti questa mattina. E chissà quante altre cose ancora mi sono persa. Magari un numero di telefono scritto con un pennarello nero, mentre ero al telefono e come tavolo il ginocchio ed il tappo in bocca, che non ricordo dove diamine l’ho lasciato. Che poi perdere un post-it è del tutto normale. Tra le poche certezze nella vita, potete giurarci, non manca il fatto che la cioccolata fa ingrassare, che il push up è una delle rivoluzioni del secolo e che quel foglietto giallo buttato in borsa è da considerare perso. Con tutte i fatti che ne conseguono. E lasciare il proprio destino nelle mani di un post-it può essere devastante e paradossalmente rischioso. Così se trovate un post-it giallo, magari un po’ accartocciato con un numero scritto con un pennarello nero che non riuscite a leggere, è di certo mio.