Glamour Marmalade

I primi giorni di ogni anno cominciano con la classica frase “anno nuovo, vita nuova”, sperando di rivoluzionare quello che di storto è andato nell’anno precedente. E non c’è niente di meglio dell’oroscopo per affidare ogni nostra aspettativa, desiderio e speranza per i prossimi 12 mesi. Ci ritroviamo così con in mano Vogue a ricercare il nostro segno zodiacale e sentirsi entusiaste, quasi soddisfatte, per quel voto 8 come resoconto in vista dei 12 mesi che verranno, ed urlare “Cazzo!” per quel 5 che ci farà dire ogni volta “mannaggia gli astri, colpa loro”. In entrambi i casi sarà sicuramente un anno di studio per chi è ancora a scuola o all’università, di lavoro ed anche di esami (e non mi riferisco solo a quelli universitari). Della musica e delle serie televisive. Dei film che strappano una risata e di quelli che invece qualche lacrima. Delle tasse, dello spread e delle liberalizzazioni. Di una fine di un’amicizia e di nuove compagnie. Sarà l’anno del portoghese con Ai se eu te pego e delle Olimpiadi con Londra 2012. Sarà l’anno dell’eleganza e dei colori delicati. Della raffinatezza e di una semplicità effimera. E magari di un nuovo amore. O un ritorno.
Io sono dei gemelli. Dicono che la natura di questo segno sia doppia, una razionale ed una molto più passionale. Perciò non faccio promesse che so che non manterrò mai come del resto i buoni propositi che durano all’incirca 2 secondi, giusto il tempo di pensare quali potrebbero essere. Continuerò di sicuro anche in questo anno ad andare al McDonald’s e ordinare toast e McFlurry. A emozionarmi davanti Non ti muovere, uno dei miei film preferiti, ed entusiasmarmi per Uomini che odiano le donne. E magari sarà anche l’anno per viaggiare. Voglio ritornare in Spagna (quella sì che è la mia dimensione) anche solo una settimana. E’arrivato anche il tempo di lasciare spazio a chi dice che di tempo e spazio non ho dato mai. Di sentirmi sempre così libera. Di andare a 100 km/h, tanto per i 20 c’è sempre tempo. Di non accontentarsi. Di ottenere quello che si vuole a tutti i costi e senza chiedere il permesso. E soprattutto continuare a ridere così, talmente tanto da piangere.