Hai in mente le cose belle? Una passeggiata in macchina, starsene sotto il piumone quando fuori piove, il thè caldo e l’odore della cannella. Il cornetto al miele che se la gioca con quello ai frutti di bosco. “Let her go”. Gli intrecci della lana, i tacchi di Sergio Rossi. Il destino. Che lascia sempre un po’ così disincantati, un po’ delusi, un po’ straniti. Quel destino che porta a cambiare, prima degli eventi, noi stessi. “E’ stato il caso”, ci ripetiamo ogni volta, come se non avessimo nessuna scelta e ci fossimo trovati nel posto e nel momento giusto (o sbagliato). Se ci pensate bene, non è tanto il destino a complicarci la vita, sono le nostre decisioni.
Bisogna anche dire, però, che il destino manda dei segnali. Vedi quando il caffè si versa sulla gonna appena indossata per un impegno, una risposta ambigua “tanto per” dopo l’invio di un curriculum della serie “le faremo sapere”, la chiamata della migliore amica in lacrime che ti dice “mi ha presa solo in giro” dopo un mese di relazione. Che ti resta da fare? Correre da lei. Che dovrebbe anche essere la reazione di quando, al primo appuntamento, lui si presenta con calzini in spugna bianchi e con la t-shirt dei Ramones. (Non provate a rimanere con lui, nemmeno se avete il frigorifero vuoto e il locale dove vi ha portato non è così male. E se proprio volete andare a cena, andate a prendere la vostra amica, quella ancora in lacrime).
Molte volte il destino, caso, fato o come diavolo volete chiamarlo,
accetta anche un “NO, grazie. Ci vediamo alla prossima“.
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