Una ci prova a farsele piacere certe cose. E non dico certi uomini che quelli veramente è impossibile ma cose del tipo quella musica un po’ troppo malinconica che tutti osannano, un giacchino vintage, un film fantascientifico della serie “salviamo il mondo” e speriamo che finisca presto se no “salvate me”, il pranzo della domenica con i parenti dopo aver fatto le sei della mattina. E pure la cucina. Diamine solo a pensare agli ingredienti a me viene la disperazione, per non parlare del peso – preciso – della farina o del burro che sono gli unici numeri della bilancia che resistiamo a vedere aumentando i gr senza una lacrima. E’ contro la nostra natura: si sa che noi donne andiamo a sensazioni amando persone semplicemente perché c’è nell’aria uno strano profumo (e non di bruciato). Per non parlare poi dell’aspettare che il forno si scaldi. Che, voglio dire, non accettiamo un uomo che arrivi in ritardo al primo appuntamento, ma lo concepiamo con Ariston. Ci vuole precisione, attenzione, pazienza, manualità. E non fa per me la cucina. Considerato pure che la cosa più manuale che ho fatto in vita mia è aver ritagliato un tovagliolo e averci scritto il mio numero con chiamami. O quello del take away più vicino.
Roma – Bayern ieri sera.
E io che provo a sfornare cupcakes manco se a lì a poco dovessero suonarmi alla porta Cracco Bastianich e Barbieri. Carini a vedersi ma provateci voi a mangiarli.
La prossima volta ci provo con i biscotti va’.
Si accettano consigli, ricette e segreti per diventare la donna perfetta – part I.
(E scrivete QUI tutto quello che vi viene in mente, pubblicherò su Glamour Marmalade i vostri consigli tra i fornelli. Anche la preparazione per un’insalata particolare può andare. Meglio se con l’avocado, come piace a me. Diamoci una mano, amiche).
Nessun commento