Quando vengono lasciate, le donne diventano ostinate. Talmente ostinate a recuperare il rapporto, l’amore o l’idea di una relazione, che dimenticano l’essenziale: se stesse, convinte che “per amore” si sia autorizzate a fare di tutto, compreso lottare. Così vivono giorni, settimane e mesi a rincorrere lui perdendo forze ed energie, studiando strategie e controllando ogni suo movimento, con whatsapp che diventa un’ossessione come se l’essere online di lui cambiasse qualcosa. “Devo lottare per amore“, si ripetono quando lottare per amore é giá un controsenso di per sè. Si dovrebbe lottare per un ideale, un principio, per un lavoro, per le idee. Ma non per amore o quanto meno non per un amore per giunta finito. Non raccontiamocela, smettiamo, vi prego. Di torturarci e torturare, di toglierci la dignità nell’aspettare qualcosa che molto probabilmente non ci sarà, di aver paura di mancarsi. Poco importa che crediate sia l’uomo della vostra vita, che siate innamorate, che non crediate alle sue giustificazioni, convinte che sia ancora innamorato di voi. La veritá è che se lo fosse, non vi lascerebbe andare. E, nonostante tutte le varie motivazioni, quello che conta davvero è semplicemente il risultato. E il risultato è che lui non vuole stare con voi. Perció la cosa migliore che potete fare è ringraziare, prendere le vostre cose, mettere tutto in valigia e chiudere la porta lasciando lui e le vostre convinzioni alle spalle con orgoglio e rispetto di quello che è stato. E (ri)cominciare. Nessuno dice che sia semplice e indolore, anzi. Starete male, a pezzi. Ma almeno avrete la vita nelle vostre mani. E in quelle del destino: se sarà scritto, le vostre strade si incroceranno ancora o molto probabilmente incontrerete un altro che aspetta solo che voi siate pronte a un’altra possibilità, a vivere un’altra favola.
A proposito, nelle favole, a lottare per amore è sempre l’uomo. Mai la donna.
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