Voi uomini siete strani e dovrebbero avvertirci che è più probabile incontrare un uomo che ci rubi il cuore e ce lo distrugga, lo faccia a brandelli, che uno che ci prenda per mano e cominci il viaggio al nostro fianco. Dovrebbero dirci che prima o poi quella chiamata che aspettiamo da tempo non arriverà mai, che a ogni bacio corrisponderà uno schiaffo, che a ogni “piacere di conoscerti” molto probabilmente seguirà un addio. Che una canzone diventata la colonna sonora di un amore, una volta finito, ci ricorderà sempre lui mentre ci osservava, rideva e ci accarezzava i capelli. Quando bastava il silenzio tanto le parole le porta via il vento e servono sempre a poco se non i primi tempi a conoscere dell’altro che musica ascolta, il libro preferito e che non può fare a meno di ballare tutta la notte, scalza, fino all’alba della domenica. Anche se dovessero ripeterci all’infinito che il tempo aiuta, che prima o poi dimenticheremo, la nostalgia starà sempre dietro l’angolo fino a farci mancare anche la partita di pallone. Che poi alla fine abbiamo pure imparato che cosa vuol dire “fuorigioco”. “Quando l’attaccante supera la linea difensiva avversaria prima che il pallone parta dai piedi del compagno”. Non è così poi diverso in amore, se uno va avanti e l’altro rimane indietro prima che entrambi siano allineati, il destino fischia e interrompe il gioco. E in fuorigioco, guarda caso, stiamo sempre noi donne.
Ma, anche se ci avvertissero, non ci importerebbe. Noi donne non possiamo fare a meno dell’amore, siamo nate per distruggerci il cuore convinte che ne vale sempre la pena. Per giocarcela, trovarsi in fuorigioco ma sentirci vive.
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