Glamour Marmalade

“Il parrucchiere per voi donne è come la breccia di Porta Pia. Dovrebbe essere scritto nei libri di storia”. “Un giorno te lo spiegherò il perchè”, ho risposto così ad un amico che aveva appena letto l’ultimo post dedicato alle donne&capelli su Glamour and Marmalade. Ed ha ragione: è veramente complesso riuscire a comprendere quel fil rouge che lega inevitabilmente le donne al loro parrucchiere, soprattutto per tutti gli uomini di qualsiasi generazione. E rimane un mistero per tutto l’universo maschile come sia ammissibile spendere al di sopra dei 15 euro per i capelli (a questa cifra loro riescono a fare lavaggio, taglio ed asciugatura. Nel migliore dei casi anche la barba). Per le donne la situazione è molto più complessa, “è una questione davvero di vita o di morte”. Molti psicologi hanno cercato di trovare una soluzione per scindere questo binomio donna&parrucchiere, ma i risultati sono stati piuttosto deludenti. I capelli rappresentano un modus vivendi per l’universo femminile, l’espressione della propria personalità e sensualità. Fin da bambine, e da qui nasce la locuzione “pettinare le bambole”, ogni istante della nostra esistenza è indirizzata alla rappresentazione della nostra emotività e carattere attraverso l’acconciatura o il diverso colore dei capelli (nero=sono incazzata “nera”, non ti avvicinare che mangio, biondo platino=non tentare di spiegarmi, non ci arrivo). Per non parlare del taglio: ah qui, potremmo scrivere trattati esistenziali. Una donna con un taglio diverso di capelli, cambia vita. O almeno così si dice dalla notte dei tempi (e sarà perché io la mia vita l’adoro, che li spunto quel poco, giusto per dire “mi sono tagliata i capelli”). E l’unica cosa che ci fa piangere davvero è il taglio di capelli sbagliato. Un dramma.
E tutto questo per un motivo: “Perchè noi valiamo”. Penso di essere stata abbastanza chiara ed esaustiva. (Ed in fondo, noi da secoli non ci chiediamo più come lo sport più famoso di sempre, il calcio, sia essenziale nella vita di qualsiasi uomo. La risposta ce la siamo date da tempo: noi ragioniamo con la testa, voi con i piedi).