Glamour Marmalade

Sono pronta a scommetterci. A nessuna di voi piace San Valentino. Eh si perché questa ricorrenza la festeggiano ormai solo quelle che adorano ancora Hello Kitty e quelle che mettono il cotone nel reggiseno, anziché usare il push up. Quelle che ancora come profumo preferito hanno il Bon Bons di Malizia. Alla vaniglia o allo zucchero filato. Piace a quelle che non sanno camminare con i tacchi e quelle che intendono per minigonna quell’indumento che arriva sotto le ginocchia. A quelle che sognano l’abito bianco con uno strascico lungo 4 metri. E che piangono alla ennesima visione di Bambi. Quelle che ancora comprano “Cioè” alla ricerca del punto G, che pensano sia uno di quei bollini speciali che danno al supermarket per vincere qualcosa di particolare, da attaccare su quella scheda per la raccolta. E lo trovano pure divertente. San Valentino lo festeggiano quelle che ancora si fanno il codino. Due per la precisione. Una a destra e uno a sinistra. E quelle che ancora credono che esista il principe azzurro. Ed un unico amore nella vita.Che poi, per una volta, ammettiamolo, tutte noi indistintamente abbiamo sperato che quel mazzo di rose rosse arrivato a scuola fosse per noi. Al di là di tutto, infatti, ci piace ancora avere la sensazione che in questo giorno ci sia qualcuno che abbia pensato un po’ a noi. Al di là dei regali, delle rose e di un ti amo forzato. Al di là anche della natura delle donne. Perchè a volte, troppo spesso, siamo bugiarde. Con noi stesse.

Per la cronaca anche a me arrivarono rose rosse al liceo. Per la precisione 13.
Un numero che dà un po’ il senso alla mia vita sentimentale.
Almeno fino a quando non è arrivato lui.Dico la verità, non l’ho mai festeggiato San Valentino da quello che ricordi. Forse perché quasi tutte le mie storie hanno avuto la durata di uno schiocco di dita, sempre troppo presa da me stessa. Alla ricerca spasmodica dell’incertezza, più con la voglia di viversi l’attimo che progettare una intera vita. Per frivolezza forse o per paura di dipendere da qualcuno e di perdere quello che si chiama libertà. E che, paradossalmente, diventa la  vera prigione.
Non credo così di averlo mai festeggiato a meno che non si intenda un momento per noi. Quello che poi piace a me da sempre. E di tutto quello che si può fare in questa serata è l’attesa che intriga di più. Non i fiori, non i peluche che finiranno impolverati su un angolo della camera, non le cene a lume di candele che mettono una tristezza infinita. Non gli anelli o i gioielli che odio con tutta me stessa.Ma quell’attesa tra l’odore della pelle che si mescola a quella delle lenzuola e del rumore del tappo di una bottiglia di birra sorseggiata seduta a gambe incrociate sul divano poco dopo. In mutande con la prima camicia  presa da sopra una sedia di 3 taglie più grandi e lasciata aperta. Mentre si ride, abbracciati davanti ad un film alle 3 della notte.Perché l’amore è anche questo.
Soprattutto questo.
Buon San Valentino anche a voi.