Mentre tutto il mondo sta in fissa con “1992”, la serie tv su Tangentopoli, io sono invece ossessionata da “Alta infedeltà”, il programma in onda su Real Time che racconta di tradimenti. Neanche a dirlo si parla di amore, ma di un amore bugiardo, distratto, illuso ma anche disilluso con una coppia formata da un traditore e un tradito, e ovviamente l’amante. Qualche cosa, guardando tutte le oltre 20 puntate, l’ho però capita.
– Non si tradisce mai a metà ma sempre fino in fondo.
– Ci sono dei segnali e i più grandi non vengono quasi mai colti.
– Se lui si comporta stranamente dal solito con attenzioni e cene fuori, con mazzi di fiori e ricordandosi l’anniversario quando mai e poi mai lo ha fatto, non si chiama amore ma sensi di colpa.
– Troppe storie finiscono con lui e la migliore amica a letto.
– La domanda “perchè ci siamo sposati?” pensando al passato non dovrebbe mai essere fatta. Ci si può chiedere, però, “perchè sposarsi?” guardando al futuro (e magari prima delle nozze).
– Il tradimento è sempre una questione di equilibri e come in ogni equilibrio, tutto dipende da due e mai da uno. (Non che giustifichi il tradimento ma prendersela sempre con l’amante è una giustificazione per il tradito nel non vedere le proprie colpe o nel non ammettere che tuo marito o tua moglie è quello che è).
– Che prima o poi le corna ce le abbiamo tutti. Meglio non voler sapere perchè, inconsciamente, in fondo alla nostra anima, lo sappiamo.
– Nel caso in cui volete a tutti i costi sapere e le partite di calcetto tra amici sanno di “tête-à-tête” con l’amante, allacciate le scarpette di lui tra loro. Se non saranno snodate e lui vi dice che ha segnato 3 goal, haimè non è nella rete tra i pali.
– Se dovete scegliere un amante, meglio uno che poi non racconta le sue prestazione nel gruppo di amici. Le voci girano.
Ma una cosa hanno in comune l’amore e il tradimento.
Sono i dettagli, le piccole cose, gli attimi di distrazione che fottono. Sempre.
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