DIRTY DANCING l’ho guardato per l’ennesima volta, perdendomi tra i passi di danza e per i balli “proibiti” sulle melodie della musica anni ‘80. E, come sempre, mi ha fatto sognare anche questa volta quando in tv in una serata estiva, ma piovosa, su Canale 5 passano il film che è un po’ come “Ghost”, ogni volta ti viene in mente “Ma ancora?” per poi essere pronta a recitare 20 Padre Nostro e 30 Ave Maria per aver solo osato pensarlo. E così la riflessione è sempre e solo una: che ogni donna dovrebbe saper ballare. E che ogni uomo pure. Per poi constatare che mentre per noi donne il paragone con Baby non è così abissale perché, diciamolo, che con un po’ di rimmel e di rossetto sulle labbra, con due o tre lezioni su come sbattere le ciglia e di latino-americano, potremmo somigliarle pure, l’uomo potrebbe finire a pezzi dal paragone con Johnn. Perciò mettetevi sotto, uomini. E provate a muovere il bacino come Dio Patrick Swaize comanda. E ricordatevi: il calcio sarà anche appassionante, bello, da veri duri, ma con il calcio non ci si rimorchia mica.
Perchè le donne non vogliono un uomo che sappia tirare il rigore all’incrocio dei pali ma che le faccia ballare.
E non mi sembra che chiedano poi così tanto.
(E quando dico “balli proibiti” non intendo il twerking di Miley Cyrus, segnate)
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