Glamour Marmalade

Tutte le cose belle finiscono, come i progetti che purtroppo arrivano al termine sempre troppo velocemente. Pinko Ambassador, che ha coinvolto molte fashion blogger con i loro blog di moda nelle più importanti città italiane, così si conclude. Sono stata allo store di Pinko a Pesaro e mi sono sentita come a casa, nonostante io sia di un’altra città a km di distanza. E, credetemi, non è sempre così. Direi che è più unico che raro. Tra spritz, musica, persone straordinarie e le collezioni della scorsa e della prossima stagione sono trascorsi tanti pomeriggi. Indimenticabili.In una giornata di sole che in questa primavera sono state davvero poche, ho deciso di farvi vedere il completo di Pinko della nuova collezione che preferisco. Bianco curato nei minimi dettagli. Molti altri sono i capi ricercati che vengono proposti per questa estate con i colori pastello, dal rosa cipria al celeste, capaci di sdrammatizzare ed alleggerire tonalità più intense come il blu, il rosso e il verde. Il denim e le righe sono i punti su cui il brand ha incentrato la collezione di questa estate. Collezione da indossare ogni giorno nelle serate d’estate, ma anche irrinunciabile per gli eventi più importanti, che resteranno indimenticabili.

Photo: Riccardo Ruspi

Ma non basta. L’estetica si veste con la solidarietà grazie la progetto “Pinko bags for Ethiopia”, con la rivisitazione della borsa iconica diventata un fenomeno di costume nel corso degli anni ’90. Prende vita così una nuova visione della moda che si trasforma in motivo di sviluppo nei paesi del terzo mondo attraverso  Fashion for Development (F4D) – l’iniziativa umanistica mondiale, a cui prende parte Pinko, riconosciuta e sostenuta dall’Onu per la promozione della cultura e dell’indipendenza economica delle donne, custodi delle preziose tradizioni artigianali dei propri paesi. Le Bags for Etiopia sono così in cotone 100% africano, realizzate in una fabbrica di Adis Abeba ecologica e sostenibile, in cui lavorano solo donne. «Con le Pinko Bag for Etiopia – ha dichiarato Pietro Negra, presidente di Pinko – desideriamo rilanciare una nostra celebre icona, ma soprattutto vogliamo iniziare a produrre oggetti che suscitino emozione, per come sono stati realizzati – innanzitutto -, solo con il lavoro manuale degli artigiani. Credo che la globalizzazione possa diventare un fattore positivo se saprà portare benessere a culture e popolazioni ai margini del mondo, e se in occidente riuscirà a stimolare la curiosità della gente. La moda non ha il solo fine di essere se stessa».Un progetto che come spiega Marina Spadafora, stilista pioniera del design for Africa e ambasciatrice Etica della Moda in Italia, è dettato dal bisogno di rinnovamento e di consapevolezza. «Fashion with a mission è il mio credo. – spiega la stilista – I disegni riprodotti sulle borse appartengono alle pitture corporee delle popolazioni indigene della Valle dell’Omo, non toccate dalla civilizzazione. Si tratta di segni particolari, unici, dal valore simbolico, sociale o giocoso, espressioni della personalità di ogni membro. L’Africa sarà il futuro, l’artigianato locale è un immenso tesoro che vive in simbiosi con l’ambiente. Pinko Bag for Etiopia può portare attenzione a questi popoli lontani e benefici per la loro salvaguardia».
Un’iniziativa che permette di unire la moda con la sua ricercatezza estetica, la solidarietà ma anche le emozioni di terre lontane che diventano più vicine attraverso le suggestioni della borsa di Pinko. 

Pinko loves Ethiopia (GoogleImages)

Pinko bags for Ethiopia (GoogleImages)