Glamour Marmalade

Non ho avuto il motorino io. E, a dirvi la verità, mi sarei accontentata anche di scooter usati, addirittura anche di un qualsiasi scooter honda, che non era proprio quello che andava di moda ai miei tempi. A me piaceva il Phantom, quello bianco e nero (uomini, lo so che la vostra associazione di idee rimanda alla Juve ma state sbagliando. E’ solo per l’accostamento cromatico très chic) (Ignoranti). 
Ma non l’ho avuto. Nemmeno sotto l’Albero, atteso per ben 4 Natali (dai 14 fino ai 18 anni).
E pensare che non sono neanche una di tante pretese visto che un Ciao sarebbe stato accolto con enormi festeggiamenti. Alla fine, all’idea dell’assenza del motorino ti ci abitui. Non che mi sia mancato, anzi. Il passaggio ce l’ho sempre avuto. Ovviamente non guidavo io, mi limitavo ad essere una sorta di navigatore (conosco tutte le strade secondarie per evitare le forze dell’ordine. E nel caso in cui il fattaccio fosse avvenuto, ero provvista di una borsa enorme per coprire la targa con un’agilità tale che, se mi avesse visto Moira Orfei, il mio futuro sarebbe stato sicuramente circense) (Non lo fate e ovviamente ricordatevi il casco). Un po’, a dirvi la verità, qualcosa di quegli anni mi manca. Forse l’incoscienza.

Vorrei sottolineare, però, una cosa: sia mia sorella che mio fratello ce l’hanno avuto uno scooter (la Stalker preciso che era assai in voga). Questa si chiama ingiustizia nel mio vocabolario. Secondo i miei, invece, buonsenso. Da quel momento ho compreso bene che in fondo la vita è questione di punti di vista. Il più delle volte opposti però.