Glamour Marmalade

E’ un periodo in cui penso. E pensare il più delle volte è un male. Sto lì a ricordare e magari a cercare di trovare una spiegazione a quello che c’è stato, quando c’è poi poco da analizzare. Nonostante non si voglia ammettere, la risposta è semplice, a tratti stupida: una “fregatura”. Chiamiamo le cose con i loro nomi. L’amore è amore, non un voler bene. L’odio è odio, non è indifferenza. 
Un errore è uno sbaglio, punto. Una regola non è una possibilità, caso mai un obbligo. Così non possiamo chiamare primavera l’estate e nemmeno l’inverno autunno. Eh già l’autunno né troppo freddo, né troppo caldo. Con quei colori che cominciano a spegnersi e le foglie che fanno quello strano rumore quando ci si cammina sopra, che non vi rendete conto di quanto mi faccia impazzire. E le giornate iniziano tutte allo stesso modo: ti svegli, ti lavi i denti, doccia e poi apri l’armadio. Semplicemente in mutande e calzetti, con l’aria insonne e i capelli ancora arruffati. “E ora? Che diamine mi metto?”. Ecco come cominciano le giornate. 
Il risultato? Un abito pied de poule fucsia con stivali che richiamano gli anni ’60. Lo so che non va di moda il tessuto a navetta e manco il fucsia in questa stagione ma lo stile non è forse l’espressione della propria soggettività? E io sono un’incoerente, dannatamente complessa. Io oggi così mi sento nostalgica, ecco tutto. A proposito questi stivali fino al ginocchio hanno un nome specifico. Non un nome qualunque. Si chiamano cuissardes. 
C-U-I-S-S-A-R-D-E-S. Non croissant, non si sa mai.
Pics by A. O.