Sfido qualsiasi donna a piacersi in costume.
Qualsiasi donna che non si chiami Belen o Gisele, sia chiaro.
Soprattutto se quel costume è un trikini. Impossibile, un po’ come credevamo che l’Italia non potesse perdere mai (e dico mai) con la Costa Rica. E invece si. Succede. A proposito di Mondiali, le uniche al mondo a sentirsi meravigliose con un bikini sono le brasiliane. Anzi non proprio un bikini ma un qualcosa di inesistente, invisibile. Il tanga, non è un caso che il Brasile dia il nome anche al modello specifico. E ci ballano pure la samba con tanto di movimenti dell’anca che uno se si trova nel raggio d’azione, con una fiancata si ritrova diretto da Rio a Roma senza nessuno scalo aereo. Perché loro, le brasiliane, il ritmo ce l’hanno nel dna. Noi, italiane, nel Dna abbiamo solo una cosa: quello di cogliere i dettagli. E con i costume anche la più piccola delle imperfezioni, quella smagliatura impercettibile, la notiamo. Notiamo addirittura quello che non c’è e che potrebbe venire. E chi ci rimette? Gli uomini che devono far fronte alle paranoie nostre, manco fossero stasera Chiellini alle prese con il Pistolero Suarez e Cavani.
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